Testo di ' Sonet XXXIII ' di Stanisław Sojka

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Wiele wspaniałych poranków widziałem,
Pieszczących góry swym monarszym okiem,
Licem złocistym łąki całowało,
Nieba alchemią złociło potoki.

Lecz wkrótce niskim chmurom już nie wzbrania
Niebiańskie lico przesłonić plugawie
I świat porzuca, oblicze zasłania,
Mknie niewidzialne na zachód w niesławie.

Tak wczesnym rankiem me słońce świeciło
Nad głową moją tryumfalnym blaskiem;
Lecz, biada! Moim przez godzinę było,

Później przede mną skryło się w chmur maskę.
Cóż, słońcem ziemskim gardzić się nie godzi,
Gdy zaszło: tamto w niebie też zachodzi.

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